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CROSS BITE O MORSO CROCIATO: COME RISOLVERLO.

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CROSS BITE O MORSO CROCIATO: COME RISOLVERLO

“Cause e conseguenze del cross bite monolaterale” Questo è il titolo di un articolo apparso sul Corriere Ortodontico di qualche tempo fa…Mi sono soffermata sui primi paragrafi e sulle ultime righe delle conclusioni. E’ stato sufficiente per inquadrare la qualità degli interventi riparatori : l’allargamento del palato, la contenzione a vita, e il consulto con tutti i possibili Specialisti…per arrivare a concludere che esiste un rischio altissimo di recidive.
Riporto il testo, lasciando a Voi giudicare e tralasciando i paragrafi relativi alla contenzione protratta “per evitare le recidive”…

Il testo:

“Come ortodontisti siamo abituati a considerare il Cross-bite monolaterale (inversione del combaciamento laterale) come conseguenza di una modesta contrazione del palato (nelle contrazioni maggiori si otterrebbe un cross bilaterale).
Tale inversione comporta, nei casi in cui è interessata tutta l’arcata mascellare, uno slittamento laterale mandibolare per consentire l’intercuspidazione tra le arcate. L’entità della discrepanza è variabile, ma non sempre di lieve entità. Si tratta di malocclusioni che si presentano sul piano trasversale, e spesso è richiesto un lungo periodo di trattamento per la riduzione, con l’elevato rischio di recidive.
Di conseguenza il piano di trattamento, previo studio cefalometrico, si indirizza classicamente verso l’espansione palatale ottenibile con diversi dispositivi, sia fissi (disgiuntore rapido della sutura palatina) che mobili (placche di espansione) che funzionali.
Questa visione specialistica confina l’analisi della malocclusione al distretto orale, considerandola come un evento a se stante rispetto al resto dell’organismo e come tale la terapia viene focalizzata al solo distretto preso in esame.
Ma l’anomalìa di posizione dentale diviene un prezioso segno di una disfunzione piu’ ampia…L’ortodontista e lo specialista continueranno a prevedere l’uso dei vari tipi di dispositivi di correzione ortodontica, a seconda della tecnica utilizzata, ma non potranno mai fare a meno di allargare il punto di osservazione, dovendo prevedere in accompagnamento anche l’intervento TERAPEUTICO di altre figure.
La collaborazione tra Ortodontista, Posturologo ed Osteopata appare in tal senso sempre più stretta, ma auspichiamo che sempre più si affermino collaborazioni con altri specialisti come gli Ortopedici, gli Oculisti, i Fisioterapisti ecc. che spesso osservano patologie o disfunzioni inerenti la loro specialità e che sono collegabili a quadri molto più ampi che si palesano nei distretti corporei più vari e disparati”
Fine.
Eccola qui la conclusione espressa alla fine di dieci pagine di osservazioni e commenti estremamente complicati individuando un percorso terapeutico già a monte con la consapevolezza,  non manifestata però spesso al paziente, di non risolvere pienamente e che invece crede che tutto sia facile e veloce e fattibile.. E invece?
Dieci Specialisti attorno al paziente in cross bite che non sanno risolvere e che si aspettano una bella recidiva a distanza di pochi anni.  Lo comprendono perchè capiscono che le terapie sono limitate. E a ragione.
Che cosa propone l’APPIM al paziente in cross bite che arriva a fare terapie per anni e anni e rischia poi alla fine di ritrovarsi al punto di partenza, aggravato probabilmente da emicranie, tensioni, e stress occlusale? E a chi invece il problema del cross-bite non viene nemmeno menzionato da nessun medico nell’arco dei decenni, come se questo non sia un problema che determini una serie di problemi sintomatici, muscolari, di occlusione…e così via, che possiamo riferire dalla nostra esperienza dopo aver brillantemente risolto anche queste situazioni così oscure ai più?
Propone una cosa semplice semplice
ovvero lo spessoramento del lato che scivola e il controllo delle asimmetrie di contatto residue da effettuarsi con i test muscolari, non tramite cuspide palatina superiore ma usando la cuspide esterna, ovvero vestibolare. Scaricando di conseguenza sul bite il contatto palatino. E capire se con l’ortodonzia eventualmente, caso per caso, si possa ritrovare una possibilità di riposizionamento più in asse, ma solo su un elemento, in maniera precisa e mirata. Non certo su tutta l’arcata come succede sempre. Se non fosse possibile comunque bilanciarsi con le cuspidi superiori vestibolari agenti su quell’unico dente. Tutti gli altri contatti saranno palatini come sempre.
Niente altro..
Niente Specialisti, niente pedane, niente cefalometrie, niente correzione ortodontica di tutte le arcate in maniera indiscriminata, niente fisioterapia, niente contenzione.
E perché niente di niente, e perché solo lo spessoramento bilanciato dei denti mandibolari ?
1. Intanto il corpo non ha occhi, non vede il cross bite, ma sente le pressioni asimmetriche e reagisce stortandosi mentre la mandibola scivola di lato per cercare di intercuspidare sui due lati contemporaneamente.
2. Perché le pressioni asimmetriche? Perché sicuramente il soggetto è sbilanciato e i test muscolari ne identificano velocemente entità e tipo.
2.1 Alla SBARRA quanti denti sente il soggetto? Uno solo, come al solito.
2.2 E perché uno solo? Perché é sbilanciato: dovrebbe sentirne 4 per parte contemporaneamente per vedere svanire disturbi e postura storta.
3. Il cross bite alla fine cosa diventa? Diventa un cross bite come prima, identico a prima, ma bilanciato, senza scivolamenti, senza conseguenze sulla postura.
4. E i disturbi spariscono?  Ma non è il cross bite che crea disturbi, ma lo sbilanciamento che sia contemporaneo al cross bite o ad una occlusione normale non ha importanza…è lo sbilanciamento che conta, non il cross bite.
Con il bilanciamento antero-posteriore e latero-laterale il cross bite rimane, ma il corpo diventa diritto e sano, nonostante il cross bite.
5. Cosa c’è ancora da aggiungere ? 
Che dovrebbe essere proibito l’allargamento del palato…proibito, ovvero non dovrebbe essere consigliato soprattutto a soggetti adulti.

2010, 2014 © A. Valsecchi (a cura di C.Morcone) APPIM

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