
Questi sono solo alcuni dei muscoli coinvolti..sposti i denti mandibolari e sposti tutto l’assetto, basta farlo spingendo la mandibola di lato e il corpo segue la direzione..Se questa “torsione” o spinta di superfici curve dura per anni, le conseguenze sono note ai sintomatici..per quanto li si possa rieducare i muscoli vengono a porsi nella posizione scoordinata ed asimmetrica, coinvolgendo vertebre (anche e soprattutto le cervicali), spalle, arti superiori ed inferiori, testa non in asse..e così via. L’occlusione corretta blocca e ripristina il corpo liberandolo da questo effetto domino. E non essendo opinioni ma realtà verificabili, meglio occuparsi da subito della propria salute.
(c) 2014 C. Morcone
Non sono i muscoli a reggere, ma i denti, e i muscoli obbediscono alla chiusura di bocca e denotano immediatamente i difetti di postura.
Spessorando, la postura cambia; ma spessorando solo sul Lato Basso principalmente, non su ambedue i lati in modo eguale.
Così il corpo se la ride del palato largo o stretto.
Non possiamo credere veramente quando suggeriscono l’espansione del palato che sia quella la soluzione. Giammai.
Non voglio pensare che siano così superficiali da inventarsi l’espansione del palato per interessi personali, perché quale principio scientifico sarà mai alla base della loro terapia che provoca rischi collegati allo spostamento dei denti laterali?
Esiste il pericolo concreto invece che i denti poi non coincidano più con quelli inferiori.
Che il paziente perda l’intercuspidazione, che i rapporti modificati siano tali da provocare dolenzie a radici e gengive, che il morso rimanga aperto, che scattino mal di testa e nevralgie, che il paziente non si riconosca più in quella nuova bocca, che i muscoli del collo e delle spalle ne risentano, che la malocclusione peggiori.
Il corpo non si accorge del palato largo o stretto.
Il corpo risponde alle pressioni, alle simmetrie di contatto e a quelle muscolari, al carico occlusale e masticatorio..
Il corpo non ha necessità del palato, ma dei rapporti tra denti antagonisti, dell’asse di centrica e dell’asse di pressione.
Ma perché pensare al palato e non pensare ai denti, questo paziente a fine trattamento per quanto tempo chiuderà gli occhi sulla realtà convinto che di più non si poteva ottenere, che il suo era un caso difficile e che comunque non vi sia certezza che il trattamento vada a buon fine? Magari andrà avanti anni a pensare che i disturbi dei quali soffre non dipendono dall’occlusione, dopo i soldi spesi…e non si abituerà ad una bocca che chiude male e che lo innervosisce, ad una schiena che non sta diritta e gli crea artrosi, alla forza muscolare sempre più fiacca che lo debilita, senza capire che invece la scienza dovrebbe essere ricerca continua e osservare e agire sulla base dei risultati raggiunti, per esempio dai bilancianti Appim, semplici pazienti che si sono dovuti rimboccare le maniche e risolversi i problemi seguendo le leggi e le indicazioni che i test in tensione muscolare sanno dire, per chi li sa ascoltare e tradurre.
(c) 2006, A. Valsecchi (a cura di C. Morcone)